Tendiamo a considerare l'oro e il dollaro come due rivali inconciliabili. Tuttavia, è stato proprio il metallo giallo che ha aiutato il dollaro a diventare la valuta numero uno al mondo.
L'accordo di Bretton Woods
A metà del 1944, quando l'esito della Seconda guerra mondiale era ormai scontato, i capi di governo pensarono di ripristinare l'economia globale. I rappresentanti di 44 paesi si riunirono nella località americana di Bretton Woods per discutere la questione.
A quel tempo, due terzi delle riserve auree mondiali erano concentrate negli Stati Uniti e fornivano al Paese il monopolio sul commercio del metallo giallo. Grazie ad una solida base aurea, il dollaro era diventato il principale bene di riserva che determinava il valore delle altre valute.
Nacque così il sistema di Bretton Woods*, secondo il quale il dollaro veniva scambiato in oro ad un tasso fisso di 35 dollari per oncia. Il valore di tutte le altre valute specificate nell'accordo è stato fissato in dollari. La banconota verde divenne lo strumento predominante dei pagamenti internazionali e la base delle riserve di liquidità della maggior parte dei paesi.
Nella foto: i partecipanti alla conferenza di Bretton Woods.
Heyday
Lo standard del dollaro aureo è stato all'altezza delle aspettative: l'economia globale ha accelerato; le relazioni commerciali si sono ampliate. La stabilità dei tassi di cambio ha permesso di pianificare con precisione le operazioni commerciali e le previsioni dei ricavi.
Secondo le statistiche dell'ONU, prima della guerra, le esportazioni mondiali ammontavano a meno di 30 miliardi di dollari. Grazie al sistema di Bretton Woods, queste cifre sono aumentate più volte, raggiungendo i 127 miliardi nel 1960.
Le conseguenze dell'abbandono del sistema
Già negli anni '70 le riserve auree americane erano nettamente inferiori al volume della moneta statunitense in circolazione. Gli Accordi della Giamaica* sostituirono il sistema di Bretton Woods, quindi il dollaro non fu più sostenuto dal metallo prezioso. I tassi di cambio cominciarono ad essere determinati dal rapporto tra domanda e offerta sul mercato, perdendo così stabilità.
Senza il "supporto aureo", la moneta degli Stati Uniti cominciò a perdere il suo potere d'acquisto. Secondo le stime dell'U.S. Bureau of Labor Statistics, un dollaro nel 1970 equivaleva a 6,62 dollari nel 2020. Allo stesso tempo, il prezzo dell'oro è salito di quarantadue volte negli ultimi 50 anni.
Nel grafico: dall'inizio del 2019 il prezzo del metallo giallo in dollari USA è aumentato del 23%.
In assenza del sostegno dell'oro diventa sempre più difficile per il dollaro mantenere la sua leadership mondiale. Secondo il FMI*, negli ultimi venti anni la quota di valuta statunitense nelle riserve internazionali è diminuita. Non c'è da stupirsi se gli influenti politici americani non possono fare a meno di sentirsi nostalgici per i bei vecchi tempi in cui il potere del dollaro era basato sull'oro.
Valore genuino
A differenza delle valute, l'oro ha un valore in sé, essendo il metallo una merce rara e limitata. Durante una crisi o una guerra, questo bene non si svaluta, mentre aumenta la domanda. In definitiva, l'oro non è controllato da alcuno Stato, e oggi viene acquistato con la stessa disponibilità in tutto il mondo come secoli fa.
Il possesso del metallo giallo protegge il proprietario dagli shock economici, impedendo il deprezzamento dei risparmi. Non c'è da stupirsi se i Paesi con le più grandi riserve auree hanno le economie più potenti.
Allo stesso modo, un metallo nobile può fornire prosperità a qualsiasi persona o famiglia. La creazione di una riserva personale d'oro è un modo collaudato per proteggere i risparmi e rafforzare la Sicurezza Finanziaria.
Glossario:
*Il sistema di Bretton Woods – un sistema internazionale destinato a governare le relazioni monetarie e gli insediamenti commerciali (1944-1976). Il principio fondamentale: il dollaro USA rimane un mezzo di pagamento internazionale sostenuto dall'oro.
*Accordi della Giamaica (tasso di cambio fluttuante) – il sistema internazionale con tassi di cambio non fissi determinati dal mercato e non dallo Stato.
*FMI (Fondo Monetario Internazionale) – un'agenzia specializzata delle Nazioni Unite che controlla la stabilità del sistema finanziario globale e fornisce prestiti ai Paesi.